Aleksandra e Mieczysław Białkiewicz, soldati del 2° Corpo d’Armata polacco comandato dal generale Władysław Anders. Hanno partecipato alla campagna d’Italia. Si sono sposati nel dicembre 1945 a Loreto, poi si sono stabiliti a Londra.
Mieczysław Białkiewicz (al centro in piedi), 1944 circa. Fonte
Mieczysław Białkiewicz nasce il 20 dicembre 1919 a Zagnańsk (a 160 km sud di Varsavia), studia alla scuola secondaria di Krzemieniec (oggi Kremenec’, vicino a Leopoli, in Ucraina occidentale). Nel 1938 si arruola nel 2° Battaglione corazzato a Żurawica. Nell’agosto 1939 è assegnato al Battaglione carri 7 TP e promosso caporale. Dopo il 1° settembre 1939 (invasione della Polonia da ovest da parte del III Reich), combatte contro i tedeschi; e, dopo il 17 settembre (invasione della Polonia da est da parte dell’URSS) anche contro l’Armata Rossa. Internato in vari campi ungheresi fino al 4 maggio 1940, Białkiewicz riesce a fuggire. Il suo destino, come quello di molti altri militari polacchi, lo conduce attraverso l’Ungheria, la Jugoslavia, la Grecia, fino al Medio e Vicino Oriente. In Siria, Białkiewicz si arruola nella Legione Straniera, poi nella Brigata Indipendente dei Fucilieri dei Carpazi del generale di brigata Stanislaw Kopański, col quale segue i combattimenti in Egitto e in Libia, dove la Brigata si rende famosa per le battaglie condotte a Tobruch. Successivamente, in Palestina, la Brigata Fucilieri dei Carpazi si fonde con l’Armata del Magg. Gen. Władysław Anders. Mieczysław Białkiewicz, promosso sottotenente, comanda un plotone di carri armati del 4° Reggimento corazzato “Skorpion” (dagli scorpioni del deserto). Il reggimento combatte nell’intera campagna d’Italia da Montecassino, Loreto, Ancona, Bologna. Dopo la battaglia di Montecassino è insignito della Croce d’argento dell’Ordine Virtuti Militari per i suoi atti di coraggio, in particolare per aver salvato l’equipaggio di un carro armato distrutto nonostante fosse ferito; e aver fatto prigionieri 26 granatieri tedeschi. Alla fine della guerra, è nominato aiutante del comandante della 2ª Divisione corazzata di Varsavia. Il 25 dicembre 1945 sposa Aleksandra Ojak, soldatessa delle forze armate polacche in Occidente. Il 1° gennaio 1946, Mieczysław Białkiewicz è promosso al grado di tenente.
Nel 1946, il 4° reggimento corazzato “Scorpion” è trasferito dall’Italia al Regno Unito. In Inghilterra, Mieczysław Białkiewicz termina il suo servizio nell’esercito il 18 febbraio 1947, con il grado di capitano. Studia alla Royal Academy of Arts di Londra. Nel 1950 si laurea alla London School of Fine Arts e fonda a Londra l’azienda di gioielli Sphinx Jewels, gestendola per 40 anni. Orafo rinomato, collezionista di militaria, esperto di faleristica, coltiva le memorie militari polacche. E’ presidente di lungo corso del Circolo del 4° reggimento corazzato “Skorpion”. Nel 1984, il Presidente della Repubblica di Polonia in Esilio, Edward Raczyński, lo nomina membro del Capitolo di Londra dell’Ordine Polonia Restituta. Il 1° novembre 1990, per decisione del Presidente della Repubblica di Polonia in Esilio, Ryszard Kaczorowski, diventa membro del Capitolo dell’Ordine delle Virtuti Militari. L’11 novembre 1990 è promosso dalle autorità della Terza Repubblica di Polonia al grado di maggiore delle armi corazzate, poi di tenente colonnello delle armi corazzate. Mieczysław Białkiewicz è anche un appassionato sportivo. Le sue passioni: aviazione sportiva, sci, volo a vela, sport motoristici, oltre a interessi come il disegno, la pittura e la scultura. Ha fondato il Polish Motor Club in Inghilterra. È stato presidente del Polish Gliding Club per diversi anni e ha vinto il titolo di campione inglese di aviazione sportiva per quattro volte. Mieczysław Białkiewicz è forse l’unico polacco ad avere ottenuto la cittadinanza onoraria della City di Londra. Muore il 14 maggio 2004 a Londra. E’ sepolto nella tomba di famiglia nel cimitero Rakowicki di Cracovia.
Mieczysław Białkiewicz, 1945-1947 circa, fonte
Aleksandra Maria Helena Białkiewicz nasce il 17 luglio 1922 a Kolomyja (a 60 km a sud di Ivano-Frankivs’k, oggi Ucraina occidentale). Suo padre, Edmund Wilhelm Ojak, è avvocato, laureato all’Università Jan Kazimierz di Leopoli. Sua madre, Helena, nasce Neuman. Aleksandra trascorse la sua infanzia prima a Kołomyja e poi a Leopoli fino al 1940, dove suo padre, Edmund Wilhelm Ojak, è vicepresidente della Corte d’Appello. Aleksandra Bialkiewicz riceve la sua istruzione presso il ginnasio Sacré Coeur di Leopoli. La Seconda guerra mondiale la coglie maturanda. La vita fino ad allora tranquilla della famiglia è sconvolta dall’invasione sovietica. Suo padre appone la sua firma sul documento di capitolazione di Leopoli. “Sempre fedele” al peso della responsabilità per il destino degli abitanti della città, i suoi capelli diventano grigi da un giorno all’altro. Con madre, fratello e sorella, Aleksandra Ojak è deportata nelle profondità dell’URSS, a Georgīevka (oblast’ di Semipalatinsk, Kazakistan settentrionale). Suo padre, collegato alla resistenza, muore a Leopoli. La famiglia di Aleksandra sopravvive alle dure condizioni della deportazione solo grazie ai pacchi inviati da padre Józef Smaczniak, parroco di Nadwórna (una città del distretto tra Stanisławów, oggi Nadvirna, Ucraina occidentale, e Kołomyja). Attivista clandestino, il parroco è assassinato dai tedeschi nel 1942. A seguito della cosiddetta amnistia del 12 agosto 1941 accordata “a tutti i cittadini polacchi reclusi in territorio sovietico”, i sopravvissuti della famiglia Ojak raggiungono l’esercito polacco in formazione sul suolo sovietico sotto al comando del Gen. Władysław Anders. Aleksandra si arruola il 27 febbraio 1942, assegnata allo Stato Maggiore a Jangi-Jul, (Yangiyol) in Uzbekistan, con il grado di ufficiale di Stato Maggiore a contratto. Il 1° aprile 1942 è evacuata con lo Stato Maggiore in Persia, poi in Iraq, Palestina ed Egitto. Lavora nell’Ufficio storico con Józef Czapski. Compila le liste dei deportati polacchi, tra cui le cosiddette “liste di Katyń” (ufficiali e altri militari polacchi già deportati in URSS di cui non si ritrova traccia). Nell’ottobre 1942 è assegnata all’11° Battaglione comunicazioni, segue un corso di formazione in radio e cifratura. Poi è assegnata alla 385ª Compagnia comunicazioni, con la quale, insieme ad altre volontarie del Servizio militare ausiliario femminile, partecipa nel 1944 all’intera campagna d’Italia, gestendo la stazione radio dello Stato maggiore del 2° Corpo d’Armata polacco. A fine campagna, come esterna, sostiene con successo l’esame di maturità presso il Liceo polacco Sacré Coeur di Roma. Il 25 dicembre 1945, nella Basilica di Loreto, sposa il sottotenente delle armi corazzate Mieczysław Białkiewicz. Il matrimonio è celebrato da padre Włodzimierz Cieński, ex esule volontario di Leopoli, assistito da padre Adam Studziński, cappellano del 4° reggimento corazzato.
Nel luglio 1946, l’esercito polacco è evacuato in Gran Bretagna, dove Aleksandra Białkiewicz si unisce al Corpo di reinsediamento polacco. Dopo la smobilitazione, avvenuta il 12 novembre 1947, intraprende un’attività professionale e studia filosofia alla London School of Economics. Dal 1960 lavora come archivista presso il General Sikorski Polish Institute di Londra. S’impegna nelle organizzazioni indipendentiste polacche, nelle associazioni dei veterani e in attività sociali. È attivamente coinvolta nel lavoro dell’Unione delle donne polacche, nonché del Medical Aid for Poland e della Sue Ryder Foundation. In riconoscimento del suo impegno sociale e caritativo viene insignita della Croce d’oro al merito. Muore il 19 ottobre 2010 a Londra.
Matrimonio di Mieczysław Białkiewicz e Aleksandra Ojak a Loreto il 26-12-1945, da un disegno dello sposo, Fonte.