Presidenza di Edmund Leliwa-Lelesz (1944-1963)

PRESIDENZA DI EDMUND LELIWA-LELESZ (1944-1963)

Janina Umiastowska per testamento destina il 20 agosto 1941 i suoi averi all’istituzione di una fondazione intestata a suo nome, di carattere internazionale, per la promozione di iniziative intese a favorire la conoscenza e lo sviluppo delle scienze, delle arti e delle relazioni polacco-italiane. Va ricordato il contesto dell’epoca. Dal settembre 1939 al giugno 1941 la Polonia è divisa in due sfere di influenza in base al protocollo segreto aggiunto al patto di non aggressione (noto come patto Molotov-Ribbentrop) firmato il 23 agosto 1939 tra Germania nazista e Unione Sovietica. A seguito della successiva duplice invasione – nazista da ovest (1 settembre 1939) e sovietica da est (17 settembre 1939) – i due totalitarismi alleati si spartiscono il Paese lungo la linea dei fiumi Narew, Vistola e San. Pertanto la parte orientale della Polonia – ossia le odierne Ucraina occidentale, Bielorussia, Lituania – è incorporata all’URSS e passa sotto dominio sovietico, come per altri versi l’Estonia, la Lettonia e la Bessarabia. Nel giugno 1941 la Germania nazista invade l’Unione Sovietica sconvolgendo nuovamente l’area tra il Baltico e il Mar Nero. Non a caso, nel suo testamento scritto dall’esilio romano Janina Umiastowska assegna alla futura Fondazione il compito di dare in prevalenza assistenza agli studiosi di nazionalità polacca, allora drammaticamente colpiti, quindi a quelli di nazionalità italiana, nel caso la Fondazione avesse sede a Roma. 

Janina Umiastowska, 1902 circa 

La Fondazione romana marchesa Janina Sofia Umiastowska è costituita con Decreto Luogotenenziale generale del Regno, 26 ottobre 1944, n. 383. Suo primo presidente a vita (1944-1963) è, per volere della stessa Fondatrice, Edmund Leliwa-Lelesz, già professore di Fisiologia animale e di Scienza della nutrizione e poi presidente della Facoltà di Scienze Naturali presso l’Università “Stefan Batory” di Vilna. Emigrato in Italia nel 1940, diventa consigliere scientifico presso l’Istituto internazionale di Agricoltura a Roma e poi presso la FAO di Roma (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura). 

RIANNODARE I FILI STRAPPATI DALLA GUERRA. IL RUOLO DELLA SCIENZA

La Fondazione inizia la sua attività̀ nel 1946 a Roma con un forte orientamento alla collaborazione scientifica e culturale internazionale (vedi). Tra gli scopi statutari vi è quello “di assistere gli studiosi e di dar incremento agli studi delle scienze naturali, dell’agricoltura, delle lettere e delle arti con l’intento di avviare una collaborazione scientifica internazionale”. Tra le principali attività che la Fondazione si prefigge: “1) Raccolta di opere e documenti riguardanti le scienze e le arti. 2) Facilitazione degli studi e delle ricerche scientifiche e relative pubblicazioni, anche mediante concorsi e premi. 3) Assistenza agli studiosi per gli scambi culturali”. Dagli scopi della neonata Fondazione esula “qualsiasi attività politica”. 

La prima sede della Fondazione è una villa con giardino in via Giovanni Battista Morgagni 29. Si compone di una sala conferenze, di due sale riunioni, dei locali della biblioteca (circa 3.500 volumi di opere scientifiche), di alloggi per l’amministrazione e per gli ospiti, inoltre di due studi artistici (pittura, scultura). L’inaugurazione della sede ha luogo il 17 maggio 1947. Don Władysław Kwiatkowski benedice i locali; il prof. Giovanni Maver, rinomato polonista italiano, tiene il discorso inaugurale intitolato I rapporti culturali tra Italia e Polonia. 

Per impronta personale del suo primo presidente e in sintonia con lo spirito del secondo dopoguerra – prioritario è allora il desiderio di ricostruire il dialogo tra ex-belligeranti e le reti di collaborazione internazionale in un clima di pace – la Fondazione vuole distinguersi soprattutto in campo scientifico (cooperazione con istituti scientifici, contatti con i rappresentanti della scienza, riunioni, dibattiti, presentazioni di rapporti scientifici, creazione di una rete di scienziati, esposizioni, visite, ricerche). Tra il 1946 e il 1950 la Fondazione contribuisce a 46 conferenze scientifiche. E fino al 31 dicembre 1950 ospita nei suoi locali 47 tra scienziati e artisti italiani e stranieri.

La prima, forse, testimonianza polacca sulla Fondazione Umiastowska pubblicata sulla rivista “Wszechświat – Pismo przyrodnicze. Organ Polskiego Towarzystwa Przyrodników im. Kopernika”, Rocznik 1948, Zeszyt 8/1781, pp. 225-227. Fonte

SOSTENERE GLI ARTISTI POLACCHI 

Come secondo settore di attività, la Fondazione si dedica allo sviluppo del campo artistico, in collaborazione tra l’altro con l’Art-Club internazionale (attività pedagogiche, mostre, premi, conferenze). Sin dal suo avvio, la Fondazione Umiastowska sostiene gli artisti polacchi rimasti all’estero dopo la Seconda guerra mondiale, in particolare gli artisti operanti a Roma, assegnando borse di studio, alloggiandoli presso la sede della Fondazione e organizzando mostre per promuovere le loro opere. Tra gli artisti che tra il 1946 e il 1951 la Fondazione aiuta in vario modo vanno ricordati Jan Cybis, Janina Domańska, Adolf Glett, Maria Jaremianka, Józef Jarema, Kazimierz Rubolowski, Adam Maruniak, Maria Sperling, Jerzy Marylski, Bronisław Mazur, Zygmunt Wolf, Stanisław Szukalski, Jan Głowacki, Tadeusz Potworowski, Antoni Rząsa e Michał Paszyn. Nel 1950 la Fondazione crea presso la sua sede il Museo della documentazione sulla collaborazione culturale italo-polacca (vedi). Il 5 dicembre 1952, presso la sede della Fondazione si costituisce l’associazione degli artisti polacchi in Italia (Centro Artistico Polacco in Italia “Quo Vadis”). Presieduta da Michał Paszyn. L’associazione conta fino a cinquanta membri e organizza tre mostre collettive a Roma – Mostra Internazionale del Centro delle Arti (8-29 maggio 1954); Prima Mostra d’Arte Interplanetaria (23 aprile-8 maggio 1955); Mostra Internazionale del Ritratto (5-19 maggio 1956). E una mostra collettiva a Frascati – Mostra Internazionale “Dal Vivo” (28 settembre-10 ottobre 1963). 

Nel 1958 la sede della Fondazione si trasferisce da Roma a Frascati, nei Colli Albani, nella villa “Quo Vadis” (in via Fausto Cecconi 10) e nella villa “Select” (via Campitelli 1). Il proposito è quello di spostarsi nelle adiacenze del nuovo centro scientifico Sincrotone (primo acceleratore di alta energia realizzato in Italia, entrato in funzione a Frascati nel 1959) e di assistere gli studiosi dei nuovi campi delle scienze naturali. 

Fino al 1963 la Biblioteca della Fondazione viene organizzata intorno a due settori: opere, pubblicazioni e informazioni bibliografiche nel campo delle scienze naturali e dei nuovi rami delle scienze; e “polonica” italiani (rapporti italo-polacchi, personalità italo-polacche). 

Fondazione romana marchesa Janina Umiastowska – Riassunto attività 1961-1962, p. 19. 

I successivi presidenti della Fondazione sono Aniela Przeździecka (1963), già libera docente universitaria di Vilna, e don Edmund Uliński (1964‒1968), che riprende in parte l’attività della Fondazione, concedendo alcune borse di studio e offrendo ospitalità ad alcune persone provenienti dalla Polonia. 

Ritratto di Janina Umiastowska nell’attuale sede della Fondazione